La rappresentazione dello spazio

Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe! (Alice)

Un'idea per la geografia

Immaginare con la fantasia un mondo che non c’è, significa avere ben chiaro il mondo che c’è. Se dovessimo aiutare Alice a costruire il suo mondo al contrario, dovremmo metterla nelle condizioni di conoscere in modo approfondito la realtà, portarla all’interno di quello che è lo spazio e il tempo vissuto. Nessuna fantasia si costruisce se non la si basa su ciò che è reale. Per avere un rovescio devo avere un dritto, per avere un contrario devo avere il suo opposto.

Il percorso didattico che è stato realizzato in una classe seconda di una scuola primaria situata in una frazione del Comune di Maniago, nella zona pedemontana della provincia di Pordenone, ha inteso portare gli alunni ad appropriarsi del concetto di spazio e a saperlo rappresentare.

Parafrasando Alice, come insegnanti ci siamo posti il problema di affrontare la conoscenza e rappresentazione dello spazio che sta attorno ai bambini, partendo dalle loro conoscenze, dal loro modo di rappresentarlo, mettendoli nella situazione di sperimentare situazioni, osservare, riflettere, confrontare e condividere soluzioni.

La complessità della geograficità si esprime per alcune caratteristiche peculiari di essere:

  • un linguaggio specifico all’interno delle discipline
  • un linguaggio universale e quindi sottoposto a vincoli e codici
  • un linguaggio che pretende una rielaborazione concettuale
  • un linguaggio trasversale a più discipline e che intesse punti di vista e paradigmi che dal reale si muovono verso l’astratto e viceversa
  • un linguaggio interpretabile e come tale sottoposto al punto di vista del/i soggetto/i che lo crea/no o lo utilizza/no, in riferimento sia allo spazio che al tempo storico considerato.

Il passaggio graduale dallo spazio vissuto allo spazio rappresentato, passando attraverso l’orientamento nella realtà e in una carta geografica, costituiscono i nodi concettuali sui quali ci siamo mossi per costruire situazioni di apprendimento. Disegnare il mondo , così come i bambini lo vedono e lo interpretano, arrivando a trovare soluzioni comuni, regole, codici e modalità grafiche e linguistiche per passare dalle proprie carte mentali, a rappresentazioni grafiche della realtà sempre più similari alla rappresentazione cartografica, diventa una opportunità metodologica che fornisce agli alunni strumenti stabili e strategie proprie. E’ un “saper vedere attraverso un medium cartografico un territorio e i suoi percorsi e saper decidere economicamente e razionalmente come muoversi in tale territorio ”. E’ un “saper vedere prima” come sarà uno spazio, di qualsiasi dimensione, e, nel caso si operino interventi, come esso potrà essere organizzato, come si articoleranno i suoi rapporti interni e come funzionerà.

In fondo Alice quando incontra lo Stregatto gli dice che voleva soltanto chiedergli che strada doveva prendere! Ben fa lo Stregatto a risponderle: “Be', tutto dipende da dove vuoi andare!” La sintesi sta in queste parole: è un grande richiamo alla libertà, che la disciplina geografia ben interpreta e per questo incuriosisce, stimola, lascia spazi all’immaginazione e alla creatività, alla libertà di pensare e di interpretare.

La Geografia è fondamentalmente lo studio delle relazioni uomo-ambiente. Essa si configura come un insieme di metafore e rappresentazioni per capire il mondo e i suoi cambiamenti e per riflettervi criticamente. La geografia è intimamente legata all’apprendimento della Storia, e sviluppa percorsi tra spazio e tempo finalizzati allo sviluppo del pensiero complesso. L'apprendimento complesso definisce uno stile di imparare in cui la ricerca di soluzioni per specifici compiti situati, si combina con l'attenzione a migliorare le proprie attività di apprendimento, attraverso il ricorso alle molte risorse disponibili: individuali, sociali, contestuali.

Il percorso nasce proprio dalla scelta di far comprendere e rappresentare lo spazio vissuto agli alunni, uno spazio che li vede in costante e continua interrelazione, sia nell’agire quotidiano, che nella sua interpretazione e che va intesa come capacità di rendersi responsabili per sé e per gli altri dell’ambiente nel quale vivono.